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Il biglietto verde ha continuato a rafforzarsi rispetto ai suoi principali concorrenti grazie ai commenti relativamente neutrali del presidente della Fed Jerome Powell. L'indice USD è salito sopra i 94,2 punti per la prima volta in due mesi.
Secondo J. Powell, le prospettive per l'economia nazionale sembrano piuttosto incerte e la sua ulteriore traiettoria dipenderà dal successo nel contenere la pandemia COVID-19 e dalle decisioni politiche prese a tutti i livelli di governo.
I commenti del capo della Banca centrale americana non hanno sorpreso gli investitori, mentre le dichiarazioni dei suoi colleghi hanno avuto un impatto più grave sui mercati.
Il presidente della Fed di Chicago Charles Evans ritiene che l'economia statunitense potrebbe mostrare una ripresa più lunga e più lenta e persino una dinamica recessiva se il Congresso non approverà un pacchetto di stimolo finanziario aggiuntivo.
Inoltre, ha affermato che la Fed potrebbe aumentare i tassi di interesse prima che l'inflazione raggiunga l'obiettivo medio del 2%.
Il capo della Federal Reserve Bank di Richmond, Thomas Barkin, ha affermato che il destino dell'economia statunitense dipende direttamente dalla situazione epidemiologica nel paese. Comunque, ha osservato che la spesa si sta riprendendo più rapidamente dell'occupazione.
Queste note di ottimismo e commenti "da falco" di Charles Evans hanno contribuito all'aumento della domanda per la valuta americana.
Il biglietto verde è stato supportato anche da statistiche positive dagli Stati Uniti.
L'attività manifatturiera nella regione di Richmond ha superato le previsioni, mentre le vendite di case esistenti negli Stati Uniti hanno raggiunto il livello più alto in quasi 14 anni.
Sullo sfondo del rafforzamento del dollaro e della fuga degli investitori dal rischio, la coppia EUR/USD è scesa ai livelli più bassi dalla fine di luglio.
Gli operatori di mercato sono preoccupati per le crescenti tensioni tra Washington e Pechino. Martedì, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nell'ambito del suo discorso alla 75a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha chiesto che la Cina sia ritenuta responsabile per la diffusione del coronavirus.
L'euro ha subito perdite nei confronti del dollaro USA per la terza sessione di negoziazione consecutiva.
Il deterioramento della fiducia nella moneta unica europea si sta verificando a causa dell'aumento dei casi di COVID-19 nel Vecchio Mondo, che è irto dell'introduzione di nuove misure di quarantena e potrebbe rallentare il ritmo della ripresa economica nella regione.
Anche il recente annuncio della BCE di monitorare il tasso dell'euro ha contribuito alla sua caduta.
A causa della svendita di asset rischiosi, il biglietto verde è riuscito ad uscire dal corridoio in cui si era consolidato dalla fine di luglio. L'indice USD è salito al di sopra della media mobile a 50 giorni, mentre la coppia di valute principale si è spostata al di sotto di questa linea.
Mercoledì, l'euro si è abbassato a 1.1675 dollari contro il dollaro USA, toccando il livello più basso in otto settimane e minacciando di rompere la tendenza al rialzo formatasi a maggio.
Se i ribassisti della coppia EUR/USD riuscissero a sviluppare la loro offensiva dai livelli attuali, ciò consentirebbe alla coppia di raggiungere rapidamente 1.1640. Se i venditori non si ritirano, EUR/USD potrebbe testare il segno di 1.1500 (un livello rotondo psicologicamente importante e un'area di correzione del 61,8% dal rally di marzo-settembre) entro la fine di ottobre. Tuttavia, una discesa a questo livello sembra ancora improbabile, poiché ciò richiederà un forte deterioramento delle previsioni macroeconomiche per la zona euro o uno spostamento più "colombo" dalla BCE.
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