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La valuta britannica mostra una notevole volatilità questa settimana, oscillando come un pendolo, da un aumento significativo a un calo moderato. Secondo gli analisti, la sterlina potrebbe continuare a salire e sfiorare i livelli massimi, anche se tale ascesa sarebbe di breve durata.
L'inizio della settimana è stato il momento della salita per la sterlina, anche se in seguito ha leggermente perso posizioni. Martedì 29 novembre, la moneta britannica si è notevolmente rafforzata rispetto al dollaro, che rimane ancora il "rifugio sicuro" preferito dagli investitori. I mercati sono attualmente sotto pressione per il timore di una prolungata recessione nel Regno Unito. Secondo i dati PMI, l'attività economica nel paese rimane al livello più basso degli ultimi 21 mesi, anche se gli esperti registrano alcuni segnali di miglioramento.
In questo contesto, la coppia GBP/USD mostra una volatilità notevole, oscillando da un rialzo momentaneo a un successivo calo. All'inizio della settimana in corso, il tandem ha guadagnato il 45%, salendo a 1,2014. Bisogna evidenziare che la scorsa settimana la coppia GBP/USD ha raggiunto un picco di 1,2153, il punto più alto degli ultimi tre mesi. Tuttavia, successivamente, la sterlina ha perso i risultati raggiunti, scivolando dalle vette conquistate. Martedì 29 novembre il tandem è sceso al di sotto del livello di 1,1950. Mercoledì mattina, 30 novembre, la coppia GBP/USD ha leggermente recuperato, scambiando intorno a 1,1957.
Secondo gli economisti della banca ING, la sterlina rimarrà vulnerabile fino alla fine del 2022. La discesa della sterlina al di sotto del livello tondo di 1,2000 è stata preceduta da un notevole rafforzamento del dollaro. Di conseguenza, il biglietto verde si è rafforzato notevolmente, mentre la sterlina si è indebolita significativamente, temendo una cupa prospettiva economica per il Regno Unito.
L'incertezza economica nel paese è alimentata dalle azioni del Comitato di politica monetaria della Banca d'Inghilterra, a cui toccherà prendere una decisione importante. Si ipotizza che nella prossima riunione, prevista per il 15 dicembre, il regolatore finanziario innalzerà il tasso di riferimento di 50 punti base, al 3,50%. La Banca centrale sta alzando i tassi dalla fine del 2021 per frenare l'inflazione galoppante ed evitare di danneggiare l'economia nazionale. Inoltre, i partecipanti al mercato attendono il discorso in Parlamento di Andrew Bailey, Governatore della Banca d'Inghilterra, che si terrà fra due settimane, a metà del prossimo mese.
I rischi inflazionistici, che sarebbero in grado di destabilizzare l'economia britannica, meritano un'attenzione particolare. Secondo gli analisti di TD Securities, al momento sono orientati al ribasso. Allo stesso tempo, gli esperti non escludono che la Banca d'Inghilterra continuerà ad alzare i tassi fino al 4,25%. Secondo le prime stime, a dicembre 2022 e febbraio 2023 il regolatore finanziario aumenterà il tasso di riferimento di 50 punti base, mentre nel marzo del prossimo anno - di 25 p. b. L'attuazione di tale scenario porterà al raggiungimento del tasso finale del 4,25%, riassumono in TD Securities.
Date le circostanze, molti analisti ritengono che l'economia britannica sia già entrata in recessione. In questo contesto, gli economisti di Danske Bank prevedono un calo del PIL del Regno Unito nel corso dei prossimi quattro trimestri. Oltretutto, secondo Danske Bank, la ripresa della crescita economica nel Paese sia possibile solo a partire dal quarto trimestre del 2023. Di conseguenza, il tasso di disoccupazione salirebbe al 5% e l'inflazione rimarrebbe elevata per tutto il 2023.
Un tale scenario costringerebbe la Banca d'Inghilterra ad attenersi alla strategia di ulteriori rialzi dei tassi. Con tutto ciò, secondo le previsioni, la prima riduzione del tasso di riferimento avverrebbe non prima del 2024. E dato che l'aumento dell'inflazione pesa sempre di più sull'economia del Regno Unito, il regolatore finanziario è costretto a irrigidire la politica monetaria. Tuttavia, come dichiara Catherine Mann, portavoce del Monetary Policy Committee (MPC) della Banca d'Inghilterra, il regolatore finanziario "rischia di perdere la battaglia per portare l'inflazione al di sotto dell'obiettivo del 2%". A detta di C. Mann, adesso l'inflazione potrebbe attestarsi al livello del 4% e rimanerci a lungo. Allo stesso tempo, gli operatori di mercato prevedono che entro la metà del 2023 la Banca d'Inghilterra aumenterà i tassi dal 5,5% al livello definitivo del 5,75%.
In questo contesto aumenta il ruolo della sterlina come valuta di riserva, sebbene sia dubbia un'ulteriore dinamica positiva della valuta britannica. Ricordiamo che la quota della sterlina rappresenta il 5% delle riserve valutarie globali, mentre la quota del Regno Unito è solo il 3% del PIL mondiale. Anche se, secondo gli analisti di Natixis, il ruolo del GBP come valuta di riserva rimanga minacciato a causa di problemi economici, della diminuzione dell'attrattività degli investimenti del Regno Unito e del peggioramento della crescita economica nel paese.
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